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Capo San Giovanni d’Avalos - Santuario Madonna del Mare

Mai del tutto sicura in quanto terra di confine tra mondo cristiano e mondo islamico, la costa ionica e in particolare il versante rivolto verso lo Stretto divenne campo di battaglia nell'estenuante guerra tra oriente e occidente. Di questa aspra contesa, combattuta tra la seconda metà del XIII secolo e gli inizi del secolo successivo, rimane testimonianza nelle fondamenta della torre posta sul Capo S. Giovanni D'avalos (comunemente conosciuta come Rocca del Capo), nella sua foggia cinquecentesca funzionale alla difesa dai Turchi.

La caduta di Costantinopoli nel 1452 in mano ai Turchi Ottomani, echeggiò da queste parti in modo molto più violento che altrove. La fine dell’ Impero bizantino significò infatti nonTorre soltanto la perdita di un riferimento religioso, ma anche il principio di un nuovo pericolo: quello turco. Furono gli Angioini a pensare a un sistema permanente e completo di difesa e di segnalazione con fumo e fuochi dall'alto di torri collocate in promontori e in vista l’una dell'altra. 

In principio in territorio di Bova, si ebbe una sola torre: quella di San Giovanni d' Avalos sul capo Crisafi, ma in seguito le torri assegnate furono tre: Torre Vivo di cui oggi rimane qualche rudere sulla collina di marna in contrada Vivo e Torre  Petra Theodosia oggi torre varata in contrada Agrillei.

Capo San Giovanni D'Avalos





La torre sul promontorio di S. Giovanni D'Avalos è raggiungibile risalendo la scalinata al margine della SS 106 di fronte a un incantevole belvedere. La struttura servì a proteggere l'approdo costiero di Bova, nel corso dell'età moderna abitato da contadini e pastori che lavoravano queste terre per conto della nobiltà locale. 

Prima che la violenta mareggiata del 1677 la distruggesse, esisteva, in una insenatura sottostante Capo S. Giovanni, una chiesa dedicata dai pescatori alla Madonna di Porto Salvo, all'interno della quale troneggiava un'icona con la Madonna tra S. Giovanni e S. Costantino. L'intitolazione della chiesa alla Madonna di Porto Salvo suggeriva le qualità del promontorio quale riparo per le imbarcazioni dalle intemperie ma anche dai Turchi, che ancora fino al Settecento minacciavano queste coste, come conferma quanto accaduto nel 1751 ai danni di due navi cristiane rifugiatesi in questa baia.


Che quest'ultima fosse abitata nel corso del XVIII secolo si deduce dall’ illustrazione di
Jean Claude Richard de Saìnt-Non, il quale nel 1778 immortalò il gruppo di case sovrastanti la rocca Bianca ai margini del promontorio di San Giovanni d’Avalos.Cartello Madonna del Mare

Secondo la tradizione orale, sulla spiaggia sottostante, dopo una tempesta, sarebbe stato rinvenuto un quadro in cui la Madonna al centro sostiene il corpo abbandonato del Cristo, assistita dalle figure di due apostoli. Venne raccolto da alcuni pescatori e fatto oggetto della pietà popolare in una chiesetta affidata in procura alla famiglia Marzano della città di Bova.

Fu il dott. Michele Nesci a proporre all’amministrazione comunale dell’epoca guidata dal sindaco dott. Domenico Pizzi e ai Salesiani di Don Bosco la realizzazione del monumento bronzeo da porre sul promontorio, accanto alla torre saracena e alla Cappella della famiglia Marzano.

Dal 30 Aprile al 2 maggio 1965 si svolsero le tre giornate più gioiose e indimenticabili che Bova Marina visse dalla fine del dopoguerra.

La statua gigantesca, opera allo scultore Celestino Petrone, agganciata a un elicottero del’Aeronautica militare, guidato dal maggiore Aristide Degli Esposti, dopo aver sorvolato il cielo di Bova Marina, venne collocata, grazie ad una straordinaria e delicata manovra del pilota, sulla base del promontorio. Si trattò di una manovra davvero emozionante davanti a migliaia di persone con gli occhi rivolti verso il cielo, ripresa da Raiuno per una nota rubrica di allora, “Cronache italiane”.

Statua Madonna del MareL’inaugurazione ufficiale fu celebrata il 2 maggio alla presenza dell’Arcivescovo Metropolita Giovanni Ferro, del Vescovo di Bova Aurelio Sorrentino, dello stesso scultore Celestino Petrone. Tutti questi nomi, assieme a quello del dott. Michele Nesci, sono scolpiti in una lastra bronzea ai piedi della statua. La scritta, opera dello stesso Nesci, spiega ai posteri il significato della “Stella Maris”:

«Patrona santa dell’antica Delia
che vincesti le tenebre
della notte pagana in questo lido
Madonna del Mare 
venerata nei secoli
rendi sicura ai tuoi figli la via
della salvezza eterna
benigna guardando
il mare più azzurro d’Italia
presago del nostro celeste destino»

Quel giorno, ad onorare l’evento, navigavano sullo specchio d’acqua antistante il promontorio centinaia di imbarcazioni, comprese diverse unità di Marsicilia, mentre sopra il cielo di Bova Marina volavano quattro aerei della pattuglia acrobatica dell’Aeronautica militare, che facevano quasi da “corona”alla statua.

Elicottero che solleva la Statua
L’antica Delia, chiamata Deri (o Scyllaca) sorgeva nell’attuale area della frazione bovese di San Pasquale, quasi tutta proprietà dei Nesci e per questo quel 2 maggio del 1965 le origini storiche furono rinnovate dalla presenza dell’allora sindaco di Delianuova, la dottoressa Greco, alla quale venne consegnata una copia in gesso della statua della “Stella Maris” .

Ogni primo fine settimana d’Agosto si svolge la festa dedicata alla Madonna del Mare. L'immagine della Madonna viene portata in processione dal santuario alla chiesa del paese.

Durante queste sere bancarelle e luminarie colorano il paese, mentre spettacoli teatrali e musicali si svolgono nella piazza principale del paese.


La domenica poi la Madonna viene riportata in processione dai pescatori che con le loro barche, addobbate per l'occasione, la portano via mare lungo tutta la costa bovese. Per l’occasione i devoti sia locali che forestieri preparano degli altarini sulla spiaggia dove il dipinto sosta per alcuni minuti e viene adorato dalla gente.

La sera la festa poi si conclude con splendidi fuochi d’artificio nello specchio d’acqua antistante il Santuario i quali possono essere ammirati dalla spiaggia.

Pasquale Callea

Foto d'epoca di Capo San Giovanni D'Avalos

Riferimenti bibliografici: Guida di Bova Marina a cura di P. Faenza, 2009
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