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Aspromonte e flora: il ginepro fenicio

Il Juniperus Turbinata Guss è una specie arbustiva della famiglia delle Cupressaceae conosciuto anche con i nomi di: ginepro licio, ginepro fenicio, ginepro rosso è un albero sempreverde costitutivo della macchia mediterranea. 


L'albero è generalmente ramificato dalla base, con foglie squamiformi e fiorisce nei mesi di febbraio-marzo.
Si trova su colline aride da substrato calcareo, in 
prossimità delle coste.

 Queste piante non presentano dimensioni eccezionali (fino a 80-90 centimetri di diametro e 10-12 m di altezza), ma possono essere molto vecchi e con legno durissimo, inoltre la loro crescita è molto lenta e longeva. Il ginepro fenicio si riproduce solamente per seme, non ha capacità pollinifera ed è quindi molto sensibile agli incendi.
Il legno è duro, compatto, tenace, incorruttibile ed era molto apprezzato per fare impalcature per pozzi, travature varie per la costruzione di telai, piattaforme lignee per barche, altari, sedie, cassapanche, utensili per la casa.

In seguito con le trasformazioni operate dall'uomo nelle zone costiere della regione, già dal secolo scorso con le bonifiche, la costruzione di infrastrutture, e più recentemente con la massiccia urbanizzazione per la costruzione delle “marine” dei vari paesi dell'entroterra, hanno determinato una notevole riduzioni della presenza di questa specie, che attualmente risulta estremamente rara nella regione.Il ginepro fenicio localmente detto “Cletho” o “Clecharo” è tra le piante caratteristiche dell’Area Grecanica  perché nelle colline a destra della Fiumara Amendolea nel comune di Bova Marina in contrada “Vadicamo” insisteva fin qualche secolo fa un bosco di ginepro di oltre 150 ettari che era la formazione più cospicua dell’Italia Meridionale.


Questa boscaglia si estendeva fin alla contrada “Vivo” e “Calamittà” lateralmente al Torrente Vena e anche oltre. 

Oggi questa formazione macchiosa è ridotta a pochi ettari perché questa boscaglia venne classificata come bosco di alto fusto e quindi con un elevato reddito per i proprietari e viste le sue caratteristiche di albero con crescita molto lenta e longeva, quindi, non potendolo sfruttare è stato sostituito in molti posti dal mandorlo.

La presenza di nomi legati al ginepro nella toponomastica locale come “Monte Cletho e Contrada Clecharo” e gli individui sparsi ci testimoniano che il bosco di Ginepro ricopriva tutte queste colline.

Di particolare rilievo sono le dimensioni delle piante (alcuni individui superano gli 8 metri) se si pensa che alcuni autori non ritengono che questa specie di ginepro possa raggiungere simili altezze.

Questa pianta è stata oggetto di ricerche della Facoltà di Agraria di Reggio Calabria e dalla conta delle cerchie di accrescimento annuale di alcuni esemplari morti, è stata stimata l'età degli individui con maggiore diametro, che risulta essere di circa 200 anni.

L'importanza di questo bosco dovrebbe portare all’ istituzione di una riserva  rivolta alla tutela, alla salvaguardia ed ad interventi mirati alla difesa soprattutto dagli incendi.

Basta pensare che sino ad oggi gli impianti forestali per il recupero della copertura vegetale delle nostre aree degradate e con fenomeni di erosione, sono stati condotti con specie del genere Eucaliptus con risultati negativi e con l’aggiunta che questi tipi di arbusti non hanno ridato la  naturalezza del territorio.


È quindi auspicabile che un così importante patrimonio naturale non venga perduto ma salvaguardato

 per la nostra e le future generazioni.Andrebbe presa in considerazione le potenzialità della vegetazione naturale con un restauro ambientale ripristinando  e ridiffondendo il Ginepro.

Alla flora della Bovesia  si aggiunge quindi, il ginepro fenicio,  che insieme al bergamotto, al gelsomino, alla ginestra, al pungitopo e all’ulivo leucolea contribuisce ad incrementare le rarità del nostro paesaggio naturalistico.

Pasquale Callea









Foto di Pasquale Callea (Luglio 2012)

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