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Aspromonte e flora: una rara specie di ulivo


Come tutti sanno le olive sono usate per fare molte cose: in campo culinario, oltre a produrre l’olio, elemento indispensabile della nostra alimentazione, vengono anche infornate, schiacciate, o messe in salamoia, non dimenticando che i suoi ramoscelli hanno un forte valore simbolico e vengono intrecciati a creare le Palme di Bova.

Pianta Leucolea

Non molti sanno però dell’esistenza delle cosiddette “olive bianche”, una rara specie, ormai quasi del tutto perduta.

Questa pianta, che ai tempi della Magna Grecia era diffusa in tutta la Calabria, soprattutto nei pressi dei monasteri basiliani, veniva chiamata “leucolea”, che significa appunto bianca oliva, per la caratteristica delle sue drupe che restano di colore bianco anche quando raggiungono la piena maturazione.

Da tali olive si ottiene un olio chiarissimo, che in passato era chiamato "olio del Krisma", utilizzato per ungere i designati alle alte cariche imperiali bizantine, nelle cerimonie per l'incoronazione degli imperatori, e soprattutto come olio sacro nelle funzioni religiose quali: battesimo, cresima, unzione dei malati, ordinazione dei sacerdoti e vescovi; tale olio veniva inoltre utilizzato per alimentare le lampade nei luoghi sacri perché bruciando produce poco fumo. Per tale ragione i monaci coltivavano con impegno e cura la rara leucolea, nei pressi dei Monasteri.

Leucolea1L'ulivo,  albero sempreverde della famiglia delle "oleacee", con foglie coriacee, piccolissimi fiori biancastri riuniti in  infiorescenze a pannocchia e frutti a drupa, ha origini antichissime. E pare che la sua coltivazione in Italia sia dovuta a navigatori provenienti dalla Grecia e dal Medio Oriente, i quali portarono i semi, probabilmente come riserva alimentare.
E' risaputo che, con il diffondersi del monachesimo basiliano nel mezzogiorno d'Italia, tra il VII secolo d. C. e X secolo, la coltivazione dell'ulivo abbia ricevuto un notevole impulso.

Nel dicembre 2011 una delegazione calabrese ha donato una pianta d'ulivo del Krisma al Papa che è stata messa a dimora nei giardini vaticani.

Alla flora della Bovesia  oltre al bergamotto, al ginepro fenicio, al gelsomino, alla ginestra, al pungitopo, bisogna aggiungere anche l’ulivo leucolea che contribuisce ad incrementare il patrimonio del nostro paesaggio naturalistico.

Questo testimonia ancor di più come tutti noi siamo custodi di un patrimonio culturale, spirituale e paesaggistico che nessun altro potrà mai avere perché unico, e come un tempo la Calabria e tutto il meridione era al centro del Mediterraneo.

Pasquale Callea

Foto di Pasquale Callea (2012)

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